«Quel che non ha potuto farmi la fame di Genova, me l’ha quasi fatto questo paese di letame ….».
Parole di Ugo Foscolo (1801) che, dispregiativamente, definiva Milano: Pàneropoli –capitale della pànera, panna in dialetto locale. Lui, esule e insofferente a Brera, pieno centro cittadino, pativa gli odori di latte e stallatico che caratterizzavano, a tutte le ore, l’aria della città e diventavano intollerabili se ci si spostava in campagna.
Oggi, la Lombardia è la capitale italiana dell’industria e del terziario, ma resiste l’antica vocazione agricola che si manifesta negli allevamenti di bestiame e produzione del latte. Una realtà poco conosciuta, ma subito visibile appena si varca il confine della metropoli milanese. In qualsiasi direzione ci si rechi, dopo pochi chilometri, s’incontra un’azienda agricola e poi campi coltivati e poi stalle. E, inconfondibile, l’odore del concime naturale.
Dalla lavorazione del latte nascono formaggi tipici dop, quali il Provolone Valpadana, il Taleggio, la Salva Cremasco e il Quartirolo Lombardo. Il Consorzio Alti Formaggi (www.altiformaggi.com), che ne tutela la qualità, ha creato la “Casa del Formaggio” con aree dedicate ai laboratori, alla degustazione, alla didattica per le scuole, alla formazione, ai convegni, agli incontri con il pubblico, oltre ad una piazza aperta dove conoscere questa realtà industriale. In attesa dell’EXPO della Nazioni 2015 il cui motto sarà, in piena simbiosi con il comparto lattiero caseario: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
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