Le giornate senza memoria

 

Quando la memoria va
si apre su un panorama
si ferma su un odore
si esalta su un’emozione.

Mai scoverà
il nulla delle giornate normali
una sull’altra avvinghiate
indistingubili una dall’altra.

E più si ammonticchiano
più si somigliano.
E più diventano
più se ne perdono.

I ricordi, il tempo vanno
lasciando solamente
una grande spossatezza di membra
ed un’insensata voglia di piangere.

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Spanglish

 Spanglish

 Va beh … sarà un po’ lungo

Va beh … sarà melò

Va beh … sarà scontato

eppure alla fine, poi, mi ha stupito  perchè non è finito come ci si aspetta … da un filmetto americano. E allora pensi un po’ … e questo è sempre un bene.

Per chi ha un paio d’ore libere e vuole pensare, solo alla fine però

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Inseparabili di Alessandro Piperno

 

“Basta frequentare se stessi con assiduità per capire che, se gli altri ti somigliano, be’, allora degli altri non c’è da fidarsi”.

 
Ecco l’incipit del nuovo romanzo di Piperno. Lo aspettavo questo libro … e sono stata ripagata bene, molto bene, dall’autore.
Questo libro strega, ammalia, fa paura.
Scoprire che c’è “qualcuno” che ha modo di leggere le pieghe dei pensieri nascosti, quelli inconfessabili, e li sappia, anche, poi tradurre a parole con una semplicità disarmante, mi spaventa.
Certo i grandi autori classici lo sanno fare … ma una cosa è leggere un romanzo ottocentesco e comprendere gli istinti dell’Idiota inspiegabilmente buoni  … un’altra è leggere la propria vita di quarantenne, o quasi, con così meticolosa, realistica precisione. Senza un briciolo di assoluzione per nessuno.
Senza quel paracadute, galantuomo, rappresentato dal trascorrere del tempo.
Con INSEPARABILI siamo qui, ad oggi, e la famiglia Pontecorvo è la nostra, con i suoi drammi, i suoi silenzi, i suoi pudori, con l’onnipresente oscenità della televisione e del successo che tutto tritura, manipola e cambia. Anche ciò che di unico e inseparabile dovrebbe esserci tra esseri umani: l’Amore.
 
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1 – Adulti in apparenza

Parlando del più e del meno con un conoscente, ho appreso che è diventato “orfano“.  Lì per lì, mi è suonato strano questo vocabolo, ma doverosamente ho offerto qualche parola di conforto al mio interlocutore. Poi, ripartita nel vortice degli impegni, non ci ho più pensato.
Fino a che ho ri-acciuffato la sensazione di lieve disagio che avevo percepito: l’orfano in questione è un uomo di 50 anni che ha perso i genitori anziani e malati.
E mi chiedo:
Ma come può un cinquantenne definirsi ORFANO?!?
Ad un certo punto, quando da figlio curato e accudito diventi il curatore dei tuoi genitori, non diventi orfano se loro vengono a mancare, diventi adulto.

Chissa cosa avrebbe detto Charles Dickens di questo ORFANO così anomalo se paragonato al suo Oliver Twist.

Dal vocabolario Treccani – Orfano agg. e s. m. (f. –a) [lat. ŏrphănus, dal gr. ὀρϕανός, che è connesso etimologicamente col lat. orbus «privo»]
1. Che, o chi, ha perduto i genitori o uno solo di essi (detto per lo più soltanto di minorenni);
2. fig., poet. Privo di una guida, di un sostegno, di un affidamento, o, più genericam., privato di qualche cosa

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“E tu così volevi essere chiamata mamma?”

Essere forte!
Granitica.
Un parafulmine dove si può scaricare la tensione.
A qualsiasi ora, in qualsiasi giorno
in qualsiasi occasione.
E prendersi improperi e insulti
oltre a sguardi di compassione
e sentirsi vecchia di mille anni.
E risentire la voce di mia madre
che risuona in un angolo remoto del cuore:
“E tu così volevi essere chiamata mamma?”

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Film: The help …

THE HELP

Per chi non l’avesse ancora visto … consiglio  di vedere  “The Help” . Ne vale veramente la pena!

Bellissima ambientazione inizio anni ’60 in una piccola città del profondo sud USA – Mississippi.

Storia intensa di tante donne che si dipana leggera e ritmica ( pochi uomini in questo film! e tutti dileguanti!) tra razzismo verso i “negri” e voglia di riscatto femminile. Con la nota di sottofondo che risuona e suggerisce che  le barriere invisibili si infrangono meglio se siamo unite.

La scena più bella, quella del taglio e assaggio ( ma è più un ingozzamento) della torta al cioccolato di Minnie  … che chiunque di noi, in qualsiasi parte del mondo e del tempo sia nato, vorrebbe  far assaggiare a qualcuno che ci aggrada particolarmente  … senza dimenticare che per una donna di colore, quel gesto, poteva costare caro, molto caro.

Il coraggio, come è ben detto nel film, non è non aver paura ma battere la paura che tutti proviamo in nome dei valori che fanno sì che ci possiamo chiamare umani, a dispetto di ogni tempo e di ogni luogo.

Buona visione.

 

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Articolo 18 …

Chi mi spiega perchè e come ( più il come, in effetti) la modifica voluta dal Governo Monti all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che permette i licenziamenti da parte delle aziende per motivi economici dovrebbe AUMENTARE i posti di lavoro e far decollare la cresc ita economica del paese?

 

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Quell’odore che si sente a Linate ?!?!

«Quel che non ha potuto farmi la fame di Genova, me l’ha quasi fatto questo paese di letame ….».

Parole di Ugo Foscolo (1801) che, dispregiativamente, definiva Milano: Pàneropoli –capitale della pànera, panna in dialetto locale. Lui, esule e insofferente a Brera, pieno centro cittadino, pativa gli odori di latte e stallatico che caratterizzavano, a tutte le ore, l’aria della città e diventavano intollerabili se ci si spostava in campagna.

Oggi, la Lombardia è la capitale italiana dell’industria e del terziario, ma resiste l’antica vocazione agricola che si manifesta negli allevamenti di bestiame e produzione del latte. Una realtà poco conosciuta, ma subito visibile appena si varca il confine della metropoli milanese. In qualsiasi direzione ci si rechi, dopo pochi chilometri, s’incontra un’azienda agricola e poi campi coltivati e poi stalle. E, inconfondibile, l’odore del concime naturale.

Dalla lavorazione del latte nascono formaggi tipici dop, quali il Provolone Valpadana, il Taleggio, la Salva Cremasco e il Quartirolo Lombardo. Il Consorzio Alti Formaggi (www.altiformaggi.com), che ne tutela la qualità, ha creato la “Casa del Formaggio” con aree dedicate ai laboratori, alla degustazione, alla didattica per le scuole, alla formazione, ai convegni, agli incontri con il pubblico, oltre ad una piazza aperta dove conoscere questa realtà industriale. In attesa dell’EXPO della Nazioni 2015 il cui motto sarà, in piena simbiosi con il comparto lattiero caseario: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

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