Felice tra i motori – Storia di Alessandra Lucaroni – Confidenze nr. 39 – Settembre 2020

La storia di Alessandra Lucaroni e della sua Officina delle Donne, perchè niente può fermare una donna che ha una passione. Evviva le camioniste, le meccaniche, le magazziniere  …

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Nelle viti c’è la vita – Storia di Nicola Numeroso – Confidenze nr. 37 Settembre 2020

La mia famiglia coltiva vigne da cinque generazioni: potevo emigrare al Nord, ho deciso di restare perchè mi sentivo avvinto a queste terre e ai loro frutti. L’ho promesso a mio papà che oggi non c’è più, ma che avverto ancora vicino a me .

Ecco la bellissima storia d’amore e di terra di Nicola:

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Non è mai troppo tardi in amore – Storia di Costanza – Confidenze nr. 31

Confidenze nr. 31 del 21 Luglio 2020.

Un invisibile filo rosso ha tenuto legati me e Ruggero a una promessa mai dimenticata: è stata la vena di follia che affliggeva mio fratello Michele a unirci? Forse, Ma adesso è tempo di riprendere in mano la nostra felicità

Per ascoltare il bellissimo podcast interpretato da Rachele Catanese clicca qua:

Non è tardi mai in amore

BUONA LETTURA e BUON ASCOLTO

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Azzorre – Di te qualcosa che parli – Storia di Cecilia Giampaoli – Luglio 2020

L’8 febbraio del 1989 un aereo partito da Bergamo, con 144 persone a bordo, si schianta su una montagna delle isole Azzorre. Una bambina di sei anni perde il padre nel disastro. Venticinque anni dopo la stessa bambina decide di partire per l’arcipelago portoghese. Azzorre è il  viaggio di quella bambina ormai donna. Il bellissimo libro AZZORRE edito da NEO EDIZIONI è da leggere.

Qui il raconto dalla voce diretta di Cecilia su Confidenze nr. 30 del 14 Luglio.

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Origami di serenità – Storia di Elisa Brunetto – Giugno 2020

Per chi volesse cimentarsi nella “costruzione” di un origami, il video di Elisa vi guiderà passo passo. Cliccate su : ORIGAMI DI FELICITA’

Secondo una tradizione giapponese, fare mille gru di carta porterebbe fortuna … a questo punto, non resta che iniziare.

Buon Origami a tutti

7 - Storia di Elisa Brunetto Articolo light

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La paura della preda, il passo veloce e le spalle curve

La paura della preda, il passo veloce e le spalle curve.

Quando ero bambina ho avuto il seno molto presto, già a dieci anni ho dovuto indossare un reggiseno. Non era colpa mia, è capitato così.
Sempre negli stessi anni in televisione traasmettevano Drive in e delle ragazze chiamate “maggiorate” se ricordo bene, andavano in giro con abitini provocanti e praticamente tette al vento. Tra loro spiccava una ragazza piuttosto procace: Carmen Russo. A scuola media iniziò un vero stillicidio nei miei confronti perchè la cantilena che mi seguiva ovunque “carmen russo,carmen russo, carmen russo” era insopportabile. Ovviamente non era colpa mia se ero fatta così, nè se un programma così cretino è andato in onda.

Poi l’adolescenza e le prime uscite senza genitori, parenti e affini, mi hanno fatto presto capire che alla cantilena poteva aggiungersi anche qualcosa altro. Canzonature in strada, qualche palpeggio involontario o meno, qualche tipo di violenza subdola o meno dove si accennava a procacità varie, tra cui la mia.
Per fortuna la corrazza ce l’ho, ma non è così dura da combattere chi si sente in diritto di prevaricare e allora c’era l’altro modo di combattere questa violenza. Violenza che è tutta maschile, va detto. Spesso era anche incosapevole di sè e per questa pure peggio. La violenza e l’ignoranza sono un binomio micidiale per le donne e per chi è un po’ o tanto diverso dall’accezione corente di normalità.

Ma tornando alla DIFESA, il modo era “passo veloce e spalle curve”, cioè nascondersi.

Per fortuna me la sono cavata e più che tutto sono cresciuta, eppure quella sensazione di paura che mi ha accompagnato durante quegli anni non l’ho dimenticata.

Ieri leggendo il bellissimo articolo di Jonatha Bazzi sulla prima pagina di DOMANI (cliccate qui per leggerlo) mi ha riportato alle mente quei momenti. Quando camminavo in paese per i fatti miei e si fermava vicino un’auto e un certo numero di ragazzi si arrocava il diritto di appellarmi in certi modi che niente avevano a che fare con me.  Quando non era ben chiaro se quella macchina poteva essere un problema o no, i ragazzi in branco sono imprevedibili. Quando aumentavo i passi e disdegnavo tutti per non dare a vedere che ero spaventata, Poi per fortuna arrivava una strada illuminata o qualche altro pedone e potevo respirare.

Leggendo Jonathan ho provto la stessa paura di allora. Ma da allora sono passati decenni e io vivevo in un piccolo paese del sud. Oggi a Milano, in centro,  non mi aspettavo che ancora bisognasse aver coraggio per camminare in strada, non nascondendosi tra due spalle curve come facevo io. Oggi a Milano se sei gay, diverso, e indossi pantaloni colorati è ancora un problema. Ci sono maschi che superato il periodo Drive in e altri del genere oggi si sentono in diritto ancora di offendere e impaurire altre persone.

La necessità di una legge contro l’omotransfobia oggi è più che mai viva e farà bene a tutti, da Milano centro al più piccolo paese italiano. L’avrei invocata anch’io una legge se avessi saputo all’epoca di averne diritto, ma neanche ne ero cosciente. Oggi che lo siamo coscienti e sappiamo quanto la libertà di espressione di ogni essere umano sia fondamentale perchè si possa vivere tutti in pace e bene, direi che dobbiamo urlare insieme.

Il mio urlo è questo.

 

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Libro: Confidenza di Domenico Starnone

Devo avere qualche questione irrisolta con lo scrittore Domenico Starnone. Ovviamente qualcosa che si è svolto in qualche altra vita dove dobbiamo esserci incontrati e abbiamo litigato furiosamente per poi ridiventare amici e poi litigare ancora.
Dev’essere qualcosa del genere. Altrimenti non si spiega  … Cosa direte? Arrivo al punto.
Secondo approfonditi studi e indagini degne dell’FBI, la comunità letteraria ha attribuito a Starnone l’dentità tuttora anonima di Elena Ferrante. Adesso accade che quando leggo un libro, un racconto, un’intervista della Ferrante mi piace, sempre. Qualcosa di più (la quadrologia dell’Amica geniale; L’amore molesto), qualcosa meno (La figlia oscura, la vita bugiarda degli adulti), ma mi piace. Quando leggo Starnone mi innervosisco e il suo “Confidenza” non ha fatto eccezione.
I personaggi che animano il libro sono sempre a un passo dal liberarsi, a un passo dal capire, a un passo dal confessarsi. Anche il finale che non dico per chi volesse cimentarsi mi sembra incompiuto. L’idea che qualcuno sappia un tuo segreto e che possa tenerti in pugno tutta una vita con la minaccia, neanche troppo velata, di divulgarlo e che tu conosca un suo segreto che a tua volta puoi svelare è un gioco e una trama che se sviluppati con la necessaria spudoratezza (quella delle Ferrante) sarebbero potuti essere deflagranti e invece in Confidenza domina la cautela.
Starnone dice bene ma non dice tutto e alla fine lascia indispettiti. Un romanzo col freno a mano tirato. Un vero peccato per un libro che poteva percorrere le vie dei lettori a velocità supersoniche.
Se Starnone e la Ferrante sono la stessa persona, io senza dubbio preferisco la versione femminile.

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