Libro: Tre piani di Eshkol Nevo

L’amore per Tre Piani è stato progressivo, ad ogni nuova storia ho amato di più la precedente.

Gli intrecci in questo condominio di Tel Aviv non sono concentrici. Le tre storie hanno vita propria e i personaggi si sfiorano senza neanche mai parlarsi, eppure con una scrittura curata e attenta l’autore è riuscito a mantenere un filo teso che lega gli uni agli altri.
La prima storia si svolge al primo piano e il protagonista è Arnon, un papà che scopre una parte di sè violenta, aggressiva, incontrollabile. La sua bambina spesso va a trovare dei signori anziani che abitano di fronte, un giorno non torna perchè il “nonnno” affetto da un principio di Alzheimer non ricorda più la strada di casa. Durante la ricerca Arnon si troverà faccia a faccia con la sua ossessione.
Al secondo piano troviamo Hani. Lei mi è piaciuta tanto, la follia che accompagna la sua famiglia è uno spettro che sente addosso. Spettro che si allevia con l’arrivo di Eviatar, suo cognato che non vede da dieci anni. Lui si nasconde per fuggire ai creditori che lo cercano e chiede asilo in casa del fratello, sempre assente per lavoro. La solitudine di Hani sembra attennuarsi e tra i due nasce qualcosa di più della riconoscenza. Ma sarà vero o solo una proiezione della mente di Hani?
La terza storia del terzo piano mi ha completamente convinto sulla perfezione del romanzo. Dall’appartamento si va in un kibbutz, una giudice in pensione rimasta vedova va alla ricerca del figlio Arad. La ricerca la libererà finalmente dalla scelta del marito che non è mai stata la sua e per la quale ha pagato un prezzo altissimo.

L’intreccio compiuto e l’idea narrativa mi è piaciuta molto, anche più di quella adottata nella Simmetria dei desideri dello stesso autore e che lo ha lanciato nel panorama internazionale.
Dal libro è stato tratto un film con la regia di Nanni Moretti che non vedo l’ora di vedere. L’ambientazione romana non so se riuscirà a restituire quell’aria desolata e desolante, quel profondo senso di solitudine che pervade il condominio di Tel Aviv. In attesa del fil, leggere il libro è un ottimo modo per accorciare i tempi.

Capture

{lang: 'it'}

Progetto Invisibili 2021- NEGRETTA Baci razzisti di Marilena Delli Umuhoza

Negretta è un libro che bisogna leggere, oggi, in Italia, tutti quelli che possono e anche quelli che non possono.

Negretta è un libro necesssario, necessario perchè abbiamo bisogno di guardare bene cosa e quanto dolore possiamo causare quando, talvolta anche senza renderesene conto, siamo razzisti.
La protagonista del romanzo si ispira alla vita dell’autrice Marilena Delli Umuhoza, italo-rwandese, che ha davvero abitato in quella provincia bergamasca nei primi anni ’90 quando l’ascesa di un nuovo partito politico, la Lega Lombarda, ha cavalcato le paure e il disagio di ampie fasce della popolazione poco aperta alle diversità e per ragioni culturali e sociali piuttosto chiusa. Il messaggio “torna a casa tua” tormenta la piccola protagonista che ovunque è la Negretta, anche tra la parentela di origine italiana che non ha mai accettato il matrimonio tra suo padre, ex missionario in Malawi e Rwanda poi ritornato allo stato laico, e sua madre, rwandese di etnia tsuti e direttrice di un collegio di suore belghe. Il rwanda conosce nell’arco del Novecento 3 diversi genocidi e la madre della protagonista scappa dal suo paese dopo che la sua intera famiglia è sterminata.

L’arrivo a Bergamo non è semplice. Il padre non trova un lavoro adeguato alle sue conoscenze, il fatto che parlasse correntemente 4 lingue, non lo favorisce. E’ discriminato in quanto ex prete. La madre è Nera e quindi è fuori da qualsiasi possibilità di lavoro, se non per attività molto umili e sottopagate. La piccola cresce così in un serio disagio economico che si accompagna a brutali episodi di razzismo che la copiscono perchè nera, perchè donna, perchè sola.

E’ duro leggerlo. Crescere sentendosi appellare quando va bene Negretta, come se fosse un affettuosità, è raggelante. L’adolescenza fa il resto ed è la parte di vita che il libro fotografa freddamente. La ragazza è il capo espiatorio di qualsiasi avvenimento accada e, anche dove ci si aspetterebbe attenzione se non proprio sostegno, trova porte sbattute in faccia. Il preside della scuola, le insegnanti sono immersi in quel clima sociale che crea barriere e non hanno nè capacità, nè voglia di aprirsi verso una ragazza che ha solo la pelle nera ma che non è meno italiana degli altri italiani.

Il libro non offre riscatto, almeno non nell’immediato. La scelta dell’autrice è stata proprio questa, dare a chi legge la chiara idea che di razzismo e di sessismo ( sulla pelle delle donne nere vale doppio) si può morire schiacciati nel dolore e nell’impossibilità di trovare vie d’uscita. Poi le alternative esistono, ma quanta vita persa? Quanta sofferenza si sarebbe potuta evitare? Quanta rabbia ha trovato sfoghi distruttivi?
Tante domande, troppe.

Leggete NEGRETTA e ricordiamoci che nel nostro paese i ragazzi di seconda generazione, terza e così via, i ragazzi afroitaliani hanno bisogno di voce, di rappresentanza, di cittadinanza, di modelli positivi.
L’autrice oggi è una fotografa, scrittrice e filmaker che va seguita. Su Radio Bullet trovate i suoi podcast : IL SALOTTO DEI NUOVI ITALIANI.

Buon ascolto e Buona Lettura

Marilena Delli Umuhoza

Marilena

{lang: 'it'}

Libro: Gli occhi più azzurri – Le storie vere dei Treni dei Bambini di Simona Cappiello

Ci sono storie che hanno gambe forti con le quali percorrono grandi distanze e ci sono invece altre storie che non andrebbero oltre la memoria di chi le ha vissute. Storie nascoste, timide, che hanno pudore a raccontarsi. Per farle emergere hanno bisogno di qualcuno che gli dia voce, coraggio e che sappia andare oltre le barriere, anche quelle della storia.

Simona Cappiello è stata una di quelle persone che ha “scoperto” la storia dei Treni dei Bambini e l’ha presa per mano, raccolto tutte le informazioni e i documenti possibili e gli ha dato voce.
E’ partita dall’emeroteca e dagli archivi di Stato di Napoli e piano piano è emersa una storia di incredibile solidarietà, una storia di unità tra Nord e Sud che l’ha portata a girare quasi tutta Italia per trovare fonti e luoghi. In un momento di assoluta crisi sociale ed economica qual era quello del dopoguerra, un gruppo di persone illuminate, per la maggior parte donne, si erano preoccupate degli ultimi, i bambini poveri e poverissimi e, con uno sforzo di coraggio che sfida persino la temerarietà, si erano preoccupate del loro futuro. Era necessario combattere la fame e far frequentare le scuole a questi bambini per far sì che potessero crescere in salute, sia fisica che mentale. E allora la rete di solidarietà sotterranea si è messa in moto, e attraverso i collegamenti con il Partito Comunista, le famiglie e le persone del Nord che potevano avevano dato disponibilità ad ospitare i bambini che ne avevano bisogno. Organizzare treni da Napoli che raggiungessero Modena, Bologna, Novara, Ancona o altre città del nord fu un’altra impresa. Gaetano Macchiaroli, che divenne poi un noto editore, Litza e Maurizio Valenzi, che fu poi sindaco di Napoli, Luciana Viviani, prima tra le donne in Parlamento, allora tutti appena venticinquenni, misero in piedi una grande opera di sostegno sociale. Infine ci fu da trovare i bambini da far partire. All’inizio fu difficile perché, nonostante l’assoluta indigenza nella quale vivevano le famiglie dei quartieri poveri di Napoli, spesso senza neanche un tetto sotto il quale ripararsi a seguito dei bombardamenti, non fu facile convincere i genitori a lasciar partire i propri figli. Sulla pericolosità e sui pregiudizi che circolavano su quei treni che avrebbero portato via per sempre i bambini in Russia e tante altre notizie false, che oggi chiameremo fake news, se ne sentirono di tutti i colori, ma in quelle mamme prevalse la necessità di assicurare del cibo caldo e un tetto vero ai propri bambini.

Il libro offre anche la posibilità di vedere un documentario attravers un QR.CODE.

A questo link, troverete il bellisismo incontro che abbiamo avuto online:

Incontro con Simona Cappiello

Buona lettura e buona visione

Copertina Gli Occhi più azzurri

 

 

{lang: 'it'}

Libri: La canzone di Achille di Madeleine Miller

Ci sono amori che vanno oltre la vita, oltre la gloria, oltre gli egoismi oltre qualsiasi ostacolo umano o divino.

Ecco solo così, con questa premessa, si può affrontare e amare il primo ibro della Miller: La Canzone di Achille.

La storia è raccontata da Patroclo che nell’Iliade è un personaggio secondario e, in questo libro, diventa la voce narrante di un amore assoluto, quello tra lui e Achille. Meravigliosamente raccontata, l’infanzia tra i due si incrocia a Ftia, città natale del principe Achille, e sin da subito l’amicizia che li lega è qualcosa che va oltre il semplice sentimento tra due ragazzi.
Arriverà con l’adolescenza anche l’amore fisico, ma il punto centrale è l’assoluta passione che condivideranno per tutta la vita, almeno fino a quando gli dei permetteranno loro di vivere.
Ispirato ai due personaggi dell’Iliade, la seconda parte si focalizza su Troia e la guerra fa da sfondo alle loro vite. Eppure c’è qualcosa di più della tragedia che li attende.

La devozione di Patroclo si trasforma in eroismo pur di non far perdere ad Achille onore e gloria.
Achille, semidio, forse da per scontata la presenza di Patroclo e, a un certo punto, vinto dall’orgoglio smette di ascoltare le suppliche del compagno che lo invita a continuare a combattere per evitare altre morti innocenti. Achille non sa o non vuole comprendere e Patroclo combatterà per lui.
La potenza dell’amore è tutta lì. Quando si ama, si va oltre sè stessi.

Questa meravigliosa storia d’amore mi ha commosso profondamente, anche per la raffinatezza con la quale è raccontata. E’ avvolgente e calda e allo stesso tempo rude e senza pietà. Per chi ama le emozioni forti e intellettuali ecco il libro che fa per voi. Per chi invece ama i classici senza nessuna possibilità di interpretazione moderna, allora lasciate stare la Miller.

Buona lettura

Capture

{lang: 'it'}

Libri: Vivienne Westwood di Ian Kelly

Buon Compleaano Vivienne Westwood – 80 anni di ribellione

Essere punk significa essere contro (tra le altre cose) e Vivienne Westwood incarna questo modo di essere. Anzi, di più. Nella moda è stata lei che ha creato e reso celebre il punk. Le gonne e le camicie destrutturate, le magliette con messaggi, lo stile corsaro, le crinoline, tutto ciò che è contro è partito da lei.

Anticonformista quando non era di moda, lei si è ribellata a tutto: un destino di maestra inteso come unico lavoro adatto ad una neomamma, ad un marito traditore e vampiro, alla maternità che ti assorbe ogni fibra, alle convenzioni sociali tutte. Innamorata poi di un ragazzino, suo alunno, quando avere vent’anni più del proprio compagno era un vero scandalo. E infine, raggiunta la stabilità economica lascia tutto al suo compagno e erede artistico e si vota alla causa ambientalista. Sempre prima di tutti gli altri.

Leggere la sua biografia è un atto dovuto per chiunque ami leggere il futuro attraverso le persone. Lei, Vivienne, la donna che ha camminato sempre venti anni davanti agli altri. Buon compleanno

Vivienne Westwood -

{lang: 'it'}

Libri: Un pettirosso per gioco di Grazia Previato

Lo stupore di un bambino e la forza dell’amore sono i due ingredienti speciali di questo libro

Un libro che stupisce per la capacità dell’autrice di navigare nelle emozioni di un bambino e di dar loro voce originaria. Consigliatissimo a chi ama lasciarsi stupire e da tutti coloro che sanno ascoltare la parte bambina che è in ognuno di noi.

VIc è uno scricciolo dai capelli rossi che ha un dono naturale per il disegno. La sua mamma, a sua volta fumettista, lo educa con amore e lo sprona a dar voce alla sua creatività, organizzando un viaggio con lui che lo porterà a conoscere il maestro che ispira entrambi. Purtroppo il viaggio si risolve in tragedia e il piccolo Vic deve risalire da solo la china verso la salvezza.
Il viaggio di Vic non  quello che aveva immaginato la sua mamma, ma è un viaggio che lo aiuterà a crescere e a trovare la sua strada e noi lettori percorreremo con lui ogni passo. Vic mi è rimasto nel cuore …

Bravissima Grazia Previato perchè “scrivere con la voce di un bambino” ed è una prova difficile ma che ha superato benissimo.

Capture

{lang: 'it'}

Libro: La casa di Teresa di Melissa Turchi

La casa di Teresa è un libro da leggere per tanti motivi …

Gloria è la protagonista ed è una donna alle prese con la maternità mancata e un implacabile orologio biologico. Nella prima parte del libro,  il centro del suo mondo, il matrimonio con Marco, sarà spazzato via e con esso naufragherà anche la possibilità di essere madre.

La rottura col suo uomo le da la consapevolezza di dover cambiare. La forza le arriva da un’amica ritrovata inaspettatamente nella casa di Teresa, la madre morta anni prima. Il ritorno alla casa del mare apre la diga del passato e Gloria nuota controcorrente per riprendersi la sua vita. Il segreto dal quale l’hanno difesa i suoi genitori sarà la molla per affrontare una nuova vita.

Il libro di Melissa Turchi accompagna per mano attraverso i pensieri di Gloria e di un io narrante del passato che spiega i silenzi che in tanti anni hanno avvolto la casa bianca di Teresa.

Una scrittura raffinata e dolce che, in questo momento di confusione, regala calma all’anima del lettore.

Un esordio al quale spero seguiranno altri romanzi. Presto.

Buona lettura

La casa di Teresa

{lang: 'it'}

Libri: Le balene mangiano da sole di Rosario Pellecchia

Le Balene mangiano da sole di Rosario Pellecchia

Leggendo l’ultimo lavoro di Rosario Pellecchia, mi sono accadute tre cose che normalmente non succedono quando leggo un  libro:

  • FAME è la prima;
  • Voglia di MUSICA e voglia di PEDALARE è la seconda;
  • Abbinare il libro a degli ELETTRODOMESTICI è la terza.

Tutti i capitoli sono abbinati ad un piatto e con essi Genny, il protagonista, si relaziona, guarda le persone e consegnando proprio le varie pietanze (fa il rider) si avvicina quanto può agli altri. Quanto può non è tanto, Gennaro ha una ferita che gli attraverso il cuore. Napoli e Milano sono lì nei piatti ed insieme al calcio colorano il libro.

Genny pedala incessantemente in bici e ascolta musica, le due grandi coprotagoniste del libro. I consigli musicali di Genny e dei suoi amici sono tutti da seguire. Sulla bicicletta resto del parere che è il più grande mezzo di trasporto e comunicazione che esista e il libro ne è un ulteriore prova.

Ed, infine, una cosa STRANA, mentre leggevo pensavo al frigo, alla lavatrice, al forno, alla lavastoviglie, insomma mi venivano in mente tutte quelle cose che ci circondano e che ci hanno migliorato la vita senza quasi che ce ne accorgessimo, quelle cose che ci hanno regalato una vita leggera e che, spesso, diamo per scontate. Immaginate cosa sarebbero le nostre giornate senza lavatrice, trapano o auto? Ecco, si vive uguale ma con quanta più fatica!
Poi ho legato questo pensiero al libro.
Il libro è l’elogio delle piccole cose che ci circondano e che migliorano le giornate: i piccoli gesti di gentilezza, i sorrisi gratuiti, una pacca sulla spalla (quando si poteva), certi silenzi e certi sguardi di comprensione. Un’amicizia, un atto di fiducia, uno specchio d’amore dove riflettersi. Cose quotidiane che non fanno sommossa, ma che danno senso e che mi hanno ricordato che le “rivoluzioni gentili” sono le uniche che vale la pensa di portare avanti.
La storia non la racconto, leggete il libro e la scoprirete perchè ne vale la pena. In questo periodo di “grandi chiusure”, tangibili e metaforiche, trovare il coraggio di aprirsi è fondamentale per rinascere. Buona Lettura e Buona Rinascita a tutti noi.
Capture

 

{lang: 'it'}

Progetto Invisibili 2021 – Libro Beati gli inquieti di Stefano Redaelli

BEATI GLI INQUIETI (NEO Edizioni) di Stefano Redaelli

Io sono una delle poche persone alle quali non piacciono le farfalle. Non so mai cosa aspettarmi da loro. Non capisco se le ali decorate, i colori, la leggerezza coprano la vera natura di vermi pelosi oppure se, al contrario, la bruttezza della nascita si riscatti attraverso la bellezza che a un certo punto della vita le coglie. Insomma mi fanno paura. Mi disorientano.
Quando ho iniziato la lettura di ‘Beati gli inquieti’ mi sono imbattuta quasi subito nella “Casa delle Farfalle”, un rifugio, una casa-clinica per degenti psichiatrici, e volevo scappare. Ho pensato di abbandonare la lettura quasi subito, farfalle e pazzi insieme erano troppo in periodo di pandemia, ma dopo qualche giorno di stop ho ripreso in mano il libro.
Il protagonista con il suo raziocinio mi incuriosiva e pensavo che, se ne avessi avuto modo e se fossi stato uno studioso, anch’io avei voluto capire/studiare i matti. Le immagini del manicomio di Aversa e dei suoi ospiti sono parte della mia infanzia; mia nonna ha lavorato per qualche anno come infermiera lì e in famiglia la pazzia è un gene che serpeggia tra generazioni, non potevo sottrarmi alla lettura.

A fatica sono andata avanti, le farfalle che abitano la “Casa” hanno dispiegato le loro ali e la bellezza si è fusa con la bruttezza. Ho continuato a pensare che i protagonisti, i matti, mi piacevano e mi respingevano allo stesso momento. Come si fa ad entrare in sintonia d’altronde con loro? E se lo avessi fatto sarei stata matta anch’io?
Il protagonista continua il suo studio travolto dalla poesia degli amici con i quali passa le giornate ed inizia a perdere la cognizione del tempo. Mai avvicinarsi troppo al fuoco, ci si può bruciare, mi dicevo.
Poi, il ritmo ha accelerato il passo, e il libro mi ha sconvolto.
Un inatteso cambio di paradigma travolge il protagonista e il lettore. Il finale quasi giallo apre gli occhi su un mondo a rovescio. Il teatro, la rappresentazione del Piccolo Principe, la matematica con i suoi assunti da dimostrare …
Ma a pensarci bene tutto era chiaro sin dalle prime pagine, sin dalle prime righe.

Chapeau alla maestria dell’autore che ha saputo, con tocco finissimo, accompagnare  il lettore attraverso sentieri illuminati (la nostra vita) che percorriamo e che spesso non comprendiamo. Guadare chi vive con la ragione spostata su un altro punto di vista, chi trova rifugio nei versi e nei sogni, chi potrebbe rivoluzionare il mondo solo con l’ammaginazione è un dono inaspettato che mi è arrivato dalla lettura e che spero colga tutti coloro che vorranno leggerlo.
D’altronde ogni persona ha una sua personale pazzia che coltiva nella presunta normalità nella quale vive. Chi di pazzie non ne ha, matto lo deve essere per davvero.
BEATI GLI INQUIETI è candidato ai Premi Strega e Campiello e gli auguro ancora tanto cammino.

Copertina BEATI GLI INQUIETI - Stefano Redaelli - Neo Edizioni_low (002)

{lang: 'it'}

Progetto Invisibili 2021 – Libro: La lettrice di Čechov di Giulia Corsalini

Progetto Invisibili 2021 –

La lettrice di Čechov di Giulia Corsalini

La voce narrante di questo libro è quella di una badante ucraina di una quarantina d’anni che lascia una figlia e un marito malato per lavorare a Macerata dove accudisce un’anziana sola. Il conflitto che vive per essere un po’ di qua e un po’ di là è un discorso intimo che non diventa mai rabbia, è consapevolezza di un limite: quello dell’età, quello delle possibilità d’amore, quello della classe sociale, quello della capacità di insegnare, quello di non riuscire più a parlare con la propia figlia.
Non dico molto altro, non sarei capace di ripetere con la stessa delicatezza e lo stesso garbo utilizzato da Giulia Corsalini qualcosa in più su Nina, la protagonista.
Ho trovato questo libro spledidamente intimista, a tratti mi sono persino sentita in imbarazzo per quanto l’autrice sia riuscita a ridare l’immagine dei pensieri di Nina con una limpidezza cristallina.

Ho amato questo libro e il quasi colpo di scena finale è emozionante.

Non c’è un bacio, nè una scena qualsiasi che lontanamente assomigli a qualcosa di erotico, eppure non leggevo righe così profonde, segrete, inconfessabili da molto tempo. Un libro intenso che consiglio a chiunque voglia vedere aspetti della vita di persone che vivono molto vicino a noi e che nella maggior parte delle volte sono fuori dalla portata dei nostri occhi.
NIna è l’invisibile per eccellenza e merita di essere la prima protagonista del Progetto 2021.
Grazie alla libraia di Libreria Virginia e co. di Monza che mi ha consgiliato questa bellissimo libro.

Capture

{lang: 'it'}