Quelle notti

 

Le amo quelle notti.
Quelle notti senza sonno e senza stanchezza
quelle notti dove stare svegli sembra normale
quelle notti che riportano a galla i segreti.

Le amo quelle notti.
Quelle notti senza spiegazioni
quelle notti dove con gli occhi socchiusi senti gli odori
quelle notti che ti annullano il tempo e la distanza.

Le amo quelle notti.
In quelle notti tu sei sempre con me.

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Presto fu tardi nella mia vita

 

E come d’inverno
quando il buio arriva presto
nel pomeriggio
e la giornata è ancora lunga da finire.
Ma fuori è già notte.
Allora bisogna viverla senza luce
o accontentarsi di bagliori artificiali.
E il rimorso per quelle giornate inondate di sole,
calde e lucenti,
che taluni volte sembrano non voler finire mai,
mi prende e mi abbatte.
Aveva ragione Marguerite,
presto si è fatto tardi;
davvero troppo presto per me
senza di te.

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Elenco di cose in una settimana qualunque

Elenco di cose in una settimana qualunque

 

Sette giorni trascorsi veloci,

sveglia riutilizzata dopo mesi,

auto ripresa e semafori,

tutti caparbiamente rossi di rabbia.

Pranzi e cene preparati al solito, in fretta

uno o due veramente non commestibili,

lavastoviglie, lavatrice, tritatutto e forno utilizzati ampiamente,

asciugacapelli, invece, ancora in attesa della mia comparsa.

Parolacce pensate innumerevoli,  pronunciate solo sette,

sguardi di disapprovazione lanciati in famiglia brevi ma intensi,

due episodi sporadici di mal di schiena,

una meravigliosa sensazione di potercela fare a riprendere il lavoro.

Un consiglio, forse buono, dato

una risata,  solo una, di gusto

due lacrime silenziose e solitarie per la voglia di profumo di bimbo

a dispetto di infauste previsioni, la promozione di un esame.

E in ultimo,  un dolore piu lungo di sette giorni,

un amico ha preferito altri amici a me.

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Tutto è andato

Tutto è andato
qualcosa via
qualcosa è finito
qualcosa, altro, non ha più ragione.

E io, con la testa rivolta, aspetto che tutto torni.

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“E tu così volevi essere chiamata mamma?”

Essere forte!
Granitica.
Un parafulmine dove si può scaricare la tensione.
A qualsiasi ora, in qualsiasi giorno
in qualsiasi occasione.
E prendersi improperi e insulti
oltre a sguardi di compassione
e sentirsi vecchia di mille anni.
E risentire la voce di mia madre
che risuona in un angolo remoto del cuore:
“E tu così volevi essere chiamata mamma?”

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La casa della lumaca ( Marzo 2012)

E’ un guscio leggero,
debole persino.
Chiunque può schiacciarlo,
a volte, persino, inconsapevolmente.
Eppure, è l’unica protezione
che ho.
E per quanto sottile sia,
contiene il mio cuore.
E lì, dentro,
si nasconde l’amore.
Chiunque può schiacciarla,
la casa della lumaca.
Ma solo chi ha un cuore
può entrarci.
Ma solo chi mi ama,
sarà ospitato.
Nella casa della lumaca.

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