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Ci sono storie che hanno gambe forti con le quali percorrono grandi distanze e ci sono invece altre storie che non andrebbero oltre la memoria di chi le ha vissute. Storie nascoste, timide, che hanno pudore a raccontarsi. Per farle emergere hanno bisogno di qualcuno che gli dia voce, coraggio e che sappia andare oltre le barriere, anche quelle della storia.
Simona Cappiello è stata una di quelle persone che ha “scoperto” la storia dei Treni dei Bambini e l’ha presa per mano, raccolto tutte le informazioni e i documenti possibili e gli ha dato voce.
E’ partita dall’emeroteca e dagli archivi di Stato di Napoli e piano piano è emersa una storia di incredibile solidarietà, una storia di unità tra Nord e Sud che l’ha portata a girare quasi tutta Italia per trovare fonti e luoghi. In un momento di assoluta crisi sociale ed economica qual era quello del dopoguerra, un gruppo di persone illuminate, per la maggior parte donne, si erano preoccupate degli ultimi, i bambini poveri e poverissimi e, con uno sforzo di coraggio che sfida persino la temerarietà, si erano preoccupate del loro futuro. Era necessario combattere la fame e far frequentare le scuole a questi bambini per far sì che potessero crescere in salute, sia fisica che mentale. E allora la rete di solidarietà sotterranea si è messa in moto, e attraverso i collegamenti con il Partito Comunista, le famiglie e le persone del Nord che potevano avevano dato disponibilità ad ospitare i bambini che ne avevano bisogno. Organizzare treni da Napoli che raggiungessero Modena, Bologna, Novara, Ancona o altre città del nord fu un’altra impresa. Gaetano Macchiaroli, che divenne poi un noto editore, Litza e Maurizio Valenzi, che fu poi sindaco di Napoli, Luciana Viviani, prima tra le donne in Parlamento, allora tutti appena venticinquenni, misero in piedi una grande opera di sostegno sociale. Infine ci fu da trovare i bambini da far partire. All’inizio fu difficile perché, nonostante l’assoluta indigenza nella quale vivevano le famiglie dei quartieri poveri di Napoli, spesso senza neanche un tetto sotto il quale ripararsi a seguito dei bombardamenti, non fu facile convincere i genitori a lasciar partire i propri figli. Sulla pericolosità e sui pregiudizi che circolavano su quei treni che avrebbero portato via per sempre i bambini in Russia e tante altre notizie false, che oggi chiameremo fake news, se ne sentirono di tutti i colori, ma in quelle mamme prevalse la necessità di assicurare del cibo caldo e un tetto vero ai propri bambini.
Il libro offre anche la posibilità di vedere un documentario attravers un QR.CODE.
A questo link, troverete il bellisismo incontro che abbiamo avuto online:
Buona lettura e buona visione
Ci sono amori che vanno oltre la vita, oltre la gloria, oltre gli egoismi oltre qualsiasi ostacolo umano o divino.
Ecco solo così, con questa premessa, si può affrontare e amare il primo ibro della Miller: La Canzone di Achille.
La storia è raccontata da Patroclo che nell’Iliade è un personaggio secondario e, in questo libro, diventa la voce narrante di un amore assoluto, quello tra lui e Achille. Meravigliosamente raccontata, l’infanzia tra i due si incrocia a Ftia, città natale del principe Achille, e sin da subito l’amicizia che li lega è qualcosa che va oltre il semplice sentimento tra due ragazzi.
Arriverà con l’adolescenza anche l’amore fisico, ma il punto centrale è l’assoluta passione che condivideranno per tutta la vita, almeno fino a quando gli dei permetteranno loro di vivere.
Ispirato ai due personaggi dell’Iliade, la seconda parte si focalizza su Troia e la guerra fa da sfondo alle loro vite. Eppure c’è qualcosa di più della tragedia che li attende.
La devozione di Patroclo si trasforma in eroismo pur di non far perdere ad Achille onore e gloria.
Achille, semidio, forse da per scontata la presenza di Patroclo e, a un certo punto, vinto dall’orgoglio smette di ascoltare le suppliche del compagno che lo invita a continuare a combattere per evitare altre morti innocenti. Achille non sa o non vuole comprendere e Patroclo combatterà per lui.
La potenza dell’amore è tutta lì. Quando si ama, si va oltre sè stessi.
Questa meravigliosa storia d’amore mi ha commosso profondamente, anche per la raffinatezza con la quale è raccontata. E’ avvolgente e calda e allo stesso tempo rude e senza pietà. Per chi ama le emozioni forti e intellettuali ecco il libro che fa per voi. Per chi invece ama i classici senza nessuna possibilità di interpretazione moderna, allora lasciate stare la Miller.
Buona lettura
Buon Compleaano Vivienne Westwood – 80 anni di ribellione
Essere punk significa essere contro (tra le altre cose) e Vivienne Westwood incarna questo modo di essere. Anzi, di più. Nella moda è stata lei che ha creato e reso celebre il punk. Le gonne e le camicie destrutturate, le magliette con messaggi, lo stile corsaro, le crinoline, tutto ciò che è contro è partito da lei.
Anticonformista quando non era di moda, lei si è ribellata a tutto: un destino di maestra inteso come unico lavoro adatto ad una neomamma, ad un marito traditore e vampiro, alla maternità che ti assorbe ogni fibra, alle convenzioni sociali tutte. Innamorata poi di un ragazzino, suo alunno, quando avere vent’anni più del proprio compagno era un vero scandalo. E infine, raggiunta la stabilità economica lascia tutto al suo compagno e erede artistico e si vota alla causa ambientalista. Sempre prima di tutti gli altri.
Leggere la sua biografia è un atto dovuto per chiunque ami leggere il futuro attraverso le persone. Lei, Vivienne, la donna che ha camminato sempre venti anni davanti agli altri. Buon compleanno
Lo stupore di un bambino e la forza dell’amore sono i due ingredienti speciali di questo libro
Un libro che stupisce per la capacità dell’autrice di navigare nelle emozioni di un bambino e di dar loro voce originaria. Consigliatissimo a chi ama lasciarsi stupire e da tutti coloro che sanno ascoltare la parte bambina che è in ognuno di noi.
VIc è uno scricciolo dai capelli rossi che ha un dono naturale per il disegno. La sua mamma, a sua volta fumettista, lo educa con amore e lo sprona a dar voce alla sua creatività, organizzando un viaggio con lui che lo porterà a conoscere il maestro che ispira entrambi. Purtroppo il viaggio si risolve in tragedia e il piccolo Vic deve risalire da solo la china verso la salvezza.
Il viaggio di Vic non quello che aveva immaginato la sua mamma, ma è un viaggio che lo aiuterà a crescere e a trovare la sua strada e noi lettori percorreremo con lui ogni passo. Vic mi è rimasto nel cuore …
Bravissima Grazia Previato perchè “scrivere con la voce di un bambino” ed è una prova difficile ma che ha superato benissimo.
La casa di Teresa è un libro da leggere per tanti motivi …
Gloria è la protagonista ed è una donna alle prese con la maternità mancata e un implacabile orologio biologico. Nella prima parte del libro, il centro del suo mondo, il matrimonio con Marco, sarà spazzato via e con esso naufragherà anche la possibilità di essere madre.
La rottura col suo uomo le da la consapevolezza di dover cambiare. La forza le arriva da un’amica ritrovata inaspettatamente nella casa di Teresa, la madre morta anni prima. Il ritorno alla casa del mare apre la diga del passato e Gloria nuota controcorrente per riprendersi la sua vita. Il segreto dal quale l’hanno difesa i suoi genitori sarà la molla per affrontare una nuova vita.
Il libro di Melissa Turchi accompagna per mano attraverso i pensieri di Gloria e di un io narrante del passato che spiega i silenzi che in tanti anni hanno avvolto la casa bianca di Teresa.
Una scrittura raffinata e dolce che, in questo momento di confusione, regala calma all’anima del lettore.
Un esordio al quale spero seguiranno altri romanzi. Presto.
Buona lettura
L’8 Marzo di ogni anno è la la Giornata internazionale dei diritti della donna per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in molte parti del mondo (Fonte Wikipedia).
Primo punto importante: NON E’ un giorno di FESTA, è una celebrazione, così giusto per sfatare il campo da dannosi fraintedimenti.
Tutto quello che finora è stato fatto è cosa nota (diritto di votare, diritto di essere considerate persone con capacità di intendere e di volere, diritto di lavorare ecc.ecc.ecc.), ma ci sono tanti diritti ancora da conquistare.
Ho stilato così una mia personale lista di diritti che alle donne sono ancora preclusi:
Le Balene mangiano da sole di Rosario Pellecchia
Leggendo l’ultimo lavoro di Rosario Pellecchia, mi sono accadute tre cose che normalmente non succedono quando leggo un libro:
Tutti i capitoli sono abbinati ad un piatto e con essi Genny, il protagonista, si relaziona, guarda le persone e consegnando proprio le varie pietanze (fa il rider) si avvicina quanto può agli altri. Quanto può non è tanto, Gennaro ha una ferita che gli attraverso il cuore. Napoli e Milano sono lì nei piatti ed insieme al calcio colorano il libro.
Genny pedala incessantemente in bici e ascolta musica, le due grandi coprotagoniste del libro. I consigli musicali di Genny e dei suoi amici sono tutti da seguire. Sulla bicicletta resto del parere che è il più grande mezzo di trasporto e comunicazione che esista e il libro ne è un ulteriore prova.
Ed, infine, una cosa STRANA, mentre leggevo pensavo al frigo, alla lavatrice, al forno, alla lavastoviglie, insomma mi venivano in mente tutte quelle cose che ci circondano e che ci hanno migliorato la vita senza quasi che ce ne accorgessimo, quelle cose che ci hanno regalato una vita leggera e che, spesso, diamo per scontate. Immaginate cosa sarebbero le nostre giornate senza lavatrice, trapano o auto? Ecco, si vive uguale ma con quanta più fatica!
Poi ho legato questo pensiero al libro.
Il libro è l’elogio delle piccole cose che ci circondano e che migliorano le giornate: i piccoli gesti di gentilezza, i sorrisi gratuiti, una pacca sulla spalla (quando si poteva), certi silenzi e certi sguardi di comprensione. Un’amicizia, un atto di fiducia, uno specchio d’amore dove riflettersi. Cose quotidiane che non fanno sommossa, ma che danno senso e che mi hanno ricordato che le “rivoluzioni gentili” sono le uniche che vale la pensa di portare avanti.
La storia non la racconto, leggete il libro e la scoprirete perchè ne vale la pena. In questo periodo di “grandi chiusure”, tangibili e metaforiche, trovare il coraggio di aprirsi è fondamentale per rinascere. Buona Lettura e Buona Rinascita a tutti noi.
BEATI GLI INQUIETI (NEO Edizioni) di Stefano Redaelli
Io sono una delle poche persone alle quali non piacciono le farfalle. Non so mai cosa aspettarmi da loro. Non capisco se le ali decorate, i colori, la leggerezza coprano la vera natura di vermi pelosi oppure se, al contrario, la bruttezza della nascita si riscatti attraverso la bellezza che a un certo punto della vita le coglie. Insomma mi fanno paura. Mi disorientano.
Quando ho iniziato la lettura di ‘Beati gli inquieti’ mi sono imbattuta quasi subito nella “Casa delle Farfalle”, un rifugio, una casa-clinica per degenti psichiatrici, e volevo scappare. Ho pensato di abbandonare la lettura quasi subito, farfalle e pazzi insieme erano troppo in periodo di pandemia, ma dopo qualche giorno di stop ho ripreso in mano il libro.
Il protagonista con il suo raziocinio mi incuriosiva e pensavo che, se ne avessi avuto modo e se fossi stato uno studioso, anch’io avei voluto capire/studiare i matti. Le immagini del manicomio di Aversa e dei suoi ospiti sono parte della mia infanzia; mia nonna ha lavorato per qualche anno come infermiera lì e in famiglia la pazzia è un gene che serpeggia tra generazioni, non potevo sottrarmi alla lettura.
A fatica sono andata avanti, le farfalle che abitano la “Casa” hanno dispiegato le loro ali e la bellezza si è fusa con la bruttezza. Ho continuato a pensare che i protagonisti, i matti, mi piacevano e mi respingevano allo stesso momento. Come si fa ad entrare in sintonia d’altronde con loro? E se lo avessi fatto sarei stata matta anch’io?
Il protagonista continua il suo studio travolto dalla poesia degli amici con i quali passa le giornate ed inizia a perdere la cognizione del tempo. Mai avvicinarsi troppo al fuoco, ci si può bruciare, mi dicevo.
Poi, il ritmo ha accelerato il passo, e il libro mi ha sconvolto.
Un inatteso cambio di paradigma travolge il protagonista e il lettore. Il finale quasi giallo apre gli occhi su un mondo a rovescio. Il teatro, la rappresentazione del Piccolo Principe, la matematica con i suoi assunti da dimostrare …
Ma a pensarci bene tutto era chiaro sin dalle prime pagine, sin dalle prime righe.
Chapeau alla maestria dell’autore che ha saputo, con tocco finissimo, accompagnare il lettore attraverso sentieri illuminati (la nostra vita) che percorriamo e che spesso non comprendiamo. Guadare chi vive con la ragione spostata su un altro punto di vista, chi trova rifugio nei versi e nei sogni, chi potrebbe rivoluzionare il mondo solo con l’ammaginazione è un dono inaspettato che mi è arrivato dalla lettura e che spero colga tutti coloro che vorranno leggerlo.
D’altronde ogni persona ha una sua personale pazzia che coltiva nella presunta normalità nella quale vive. Chi di pazzie non ne ha, matto lo deve essere per davvero.
BEATI GLI INQUIETI è candidato ai Premi Strega e Campiello e gli auguro ancora tanto cammino.
Progetto Invisibili 2021 –
La lettrice di Čechov di Giulia Corsalini
La voce narrante di questo libro è quella di una badante ucraina di una quarantina d’anni che lascia una figlia e un marito malato per lavorare a Macerata dove accudisce un’anziana sola. Il conflitto che vive per essere un po’ di qua e un po’ di là è un discorso intimo che non diventa mai rabbia, è consapevolezza di un limite: quello dell’età, quello delle possibilità d’amore, quello della classe sociale, quello della capacità di insegnare, quello di non riuscire più a parlare con la propia figlia.
Non dico molto altro, non sarei capace di ripetere con la stessa delicatezza e lo stesso garbo utilizzato da Giulia Corsalini qualcosa in più su Nina, la protagonista.
Ho trovato questo libro spledidamente intimista, a tratti mi sono persino sentita in imbarazzo per quanto l’autrice sia riuscita a ridare l’immagine dei pensieri di Nina con una limpidezza cristallina.
Ho amato questo libro e il quasi colpo di scena finale è emozionante.
Non c’è un bacio, nè una scena qualsiasi che lontanamente assomigli a qualcosa di erotico, eppure non leggevo righe così profonde, segrete, inconfessabili da molto tempo. Un libro intenso che consiglio a chiunque voglia vedere aspetti della vita di persone che vivono molto vicino a noi e che nella maggior parte delle volte sono fuori dalla portata dei nostri occhi.
NIna è l’invisibile per eccellenza e merita di essere la prima protagonista del Progetto 2021.
Grazie alla libraia di Libreria Virginia e co. di Monza che mi ha consgiliato questa bellissimo libro.
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