Libro: Caduta libera di Nicolai Lilin

Il libro di Lilin è duro ma fa bene leggerlo. È difficile da accettare ma aiuta a comprendere, forse un po’ anche a giustificare, le ragioni di chi è dall’altra parte della guerra, dietro un’arma.  È critico senza essere fazioso o polemico.

È la storia di un ragazzino siberiano, che abita nellaprovincia della provincia, e che viene  prelevato per svolgere gli obblighi di leva.  Nella Russia degli oligarchi, uguale a quella comunista, a quella degli zar,  nessuno gli chiede niente. Lui si ritrova con un fucile in mano a sparare a dei nemici che non odia, che nemmeno conosce. Ma non si fa domande, punta solo il fucile e mira. E mira bene perchè il siberiano è bravo. Si concentra e spara. E i nemici cadono. Più nemici cadono, più la sua squadra va avanti. Non si guarda indietro, non rimugina sugli amici morti vicino, ad un soffio, non prova pietà per i nemici, neanche quando scopre che sono uomini, proprio come lui.  Anzi proprio per questo non pensa. Bere sì, però. Quello se lo concede. Mai prima di un’azione importante, comunque. La mira deve essere sempre perfetta. Ne va della vita.

E mentre i pensieri del  siberiano-cecchino russo nella seconda guerra cecena scorrono veloci, dal libro emerge l’odore del fumo, della carne bruciata, dei fori dei proiettili di precisione, del sangue raggrumato, del rancio mezzo marcio. E la guerra non è più un sottofondo ma è cruda, è reale. Orrenda.

Per poi accorgersi, poche pagine più avanti, che dietro questa guerra, come ogni guerra, c’è la voglia sfrenata di potere di uomini senza scrupoli. E la scoperta arriva alla fine dei due anni di servizio militare, quando era  giunto anche un certo equilibrio, quando forse avere un’arma potente in mano era diventata un’abitudine quasi gradita, rassicurante.

Ma con la fine del servizio militare, arriva anche la consapevolezza di dover ritornare nella vita  normale e, quindi, dover lasciare indietro quel senso di onnipotenza che deriva dall’imbracciare un kalashnikov.

E soprattutto riuscire a convivere con il demonio che c’è latente in ogni uomo e al quale nessuno uomo dovrebbe affidarsi mai!

 

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Libro: Quattro etti d’amore di Chiara Gamberale

La descrizione del libro mi ha incuriosita e mi ha convinto a comprarlo. Due donne diversissime che si esaminano attraverso i rispettivi carrelli della spesa è una trama troppo intrigante, troppo simile alla curiosità che fuggivamente provo ogniqualvolta sbircio nel carrello di qualcuno al supermercato,  per poter lasciare il libro lì sullo scaffale.

Avevo qualche pregiudizio sulla Gamberale. Il suo primo libro sull’anoressia non mi era piaciuto molto, aveva come un graffio solo cittadino …come dire “comprensibile” solo a Milano, al massimo Roma. Nel resto d’Italia, che è poi la maggior parte, non si calava, non aveva un taglio da provincia, insomma!

Invece, Quattro ettid’amore è più aperto e fotografa bene la vita di due donne completamente diverse che però,  senza saperlo, sono sopraffatte dalla stessa difficoltà di vivere. La sensazione di disagio che spesso, a metà vita, coglie inaspettatamanche e fa sembrare che ci sia qualcosa ancora  da fare, ancora dacogliere, ancora da osare. Ma non si può … Non si può più! Per chi ha un compagno e per chi non ce l’ha. In entrambi i casi resta fuori un po’ di vita.

Sono perplessa solo sul finale. Entrambi le donne, diverse e così simili, trovano la soluzione più semplice per entrame … Continuano cioè ad essere sempre le stesse, a modo loro …. Forse il finale meritava uno sforzo in più.

Comunque lo consiglio a tutti coloro che sono in una fase di passaggio.

FRASE DA RICORDARE: se non sai uscire da un tunnel, arredalo!

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27 Gennaio – Il giorno della memoria. I libri

I miei libri sulla Shoah ( non necessariamente in ordine ) :

  • Se questo è un uomo di Primo Levi – un libro che ogni persona dovrebbe leggere perlomeno una volta nella vita.
  • La tregua di Primo Levi – per tutti coloro che devono riprendere a vivere dopo essere morti nello spirito.
  • Anni d’infanzia di Jona Oberski –  gli occhi di un bambino guardano l’orrore.
  • Lasciami andare madre di Helga Schneider – difficile commentare questo libro scritto meravigliosamente bene. Avere una madre che ti abbandona a cinque anni per entrare nelle SS e diventare assistente di Mengele nelc ampo di concentramento di Auschiwtz è un destino crudele. Scoprire che lei non si è mai pentita della scelta è oltre la capacità di comprendere …
  • La famiglia Moskat di Isaac Bashevis Singer – affresco incantevole di una famiglia ebraica con tantissimi protagonisti. Il romanzo si ferma un attimo prima dell’arrivo dei tedeschi a Varsavia, arrivo che segnò definitavamente la fine dell’Ostjudentum, la società ebraico-orientale, con i suoi riti e la sua cultura. 
  •  La legge dei padri di Turow Scott – il romanzo è un legal-thriller americano che poco c’entra con la grandezza e drammaticità dei libri precedenti ma nel finale c’è un richiamo ad un episodio vissuto nei campi di concentramento polacchi che merita da solo la lettura del libro.
  • La lente focale. Gli zingari e l’olocausto di Otto Rosenberg – per ricordare tutte le vittime innocenti dei campi di concentramento.
  • Ogni Cosa È Illuminata di Jonathan Safran Foer – un romanzo-viaggio in un Ucraina da parte di giovane americao che ritrova le sue radici. Strano, feroce, freddo e fortemente crudo nel descrivere il clima di indifferenza con la quale gli ebrei ucraini vennero sterminati, sia dalla popolazione ucraina prima sia dai tedeschi dopo.

Ce ne sono tanti altri, ancora e probabilemente anche migliori… ma questi hanno lasciato un segno.

Buona lettura.

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Inseparabili di Alessandro Piperno

 

“Basta frequentare se stessi con assiduità per capire che, se gli altri ti somigliano, be’, allora degli altri non c’è da fidarsi”.

 
Ecco l’incipit del nuovo romanzo di Piperno. Lo aspettavo questo libro … e sono stata ripagata bene, molto bene, dall’autore.
Questo libro strega, ammalia, fa paura.
Scoprire che c’è “qualcuno” che ha modo di leggere le pieghe dei pensieri nascosti, quelli inconfessabili, e li sappia, anche, poi tradurre a parole con una semplicità disarmante, mi spaventa.
Certo i grandi autori classici lo sanno fare … ma una cosa è leggere un romanzo ottocentesco e comprendere gli istinti dell’Idiota inspiegabilmente buoni  … un’altra è leggere la propria vita di quarantenne, o quasi, con così meticolosa, realistica precisione. Senza un briciolo di assoluzione per nessuno.
Senza quel paracadute, galantuomo, rappresentato dal trascorrere del tempo.
Con INSEPARABILI siamo qui, ad oggi, e la famiglia Pontecorvo è la nostra, con i suoi drammi, i suoi silenzi, i suoi pudori, con l’onnipresente oscenità della televisione e del successo che tutto tritura, manipola e cambia. Anche ciò che di unico e inseparabile dovrebbe esserci tra esseri umani: l’Amore.
 
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Marzo 2012 il mio primo romanzo… in libreria

SOLO PER DISTRAZIONE 

  • Editore: Gruppo Editoriale Viator
  • Data di Pubblicazione: Gennaio 2012
  • ISBN: 8896813476
  • ISBN-13: 9788896813478
  • Pagine: 160
  • Reparto: Gialli

 

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