La verità non può essere negata.
Ho conosciuto la storica Deborah Lipstadt attraverso il bellissimo film di Mick Jackson che ha mantenuto lo stesso titolo del libro. L’attrice che ha mirabilmente interpretato la storica è Rachel Weisz e la sua interpretazione dona alla protagonista una luce di fragilità e forza che merita più di una visione.
Più di una visione perchè il tema di cui si parla è importante e profondo.
Uno storico inglese sostiene la tesi negazionista sui campi di concentramento nazisti e, siccome nei suoi scritti Deborah Lipstadt, sostiene che lui menta e le sue tesi non sono affatto storiche ma opere di fantasia quando non proprio false, lui la chiama in giudizio a Londra per diffamazione.
In maniera surreale, Lipstadt e la sua casa editrice americana devono dimostrare che i campi di concetramento sono veramente esistiti e che quindi non hanno diffamato lo storico inglese.
il libro è la storia del processo, della differenza tra la giustizia inglese e quella americana, della forza della verità dei fatti su un modo di vedere la realtà esclusivamente da un punto di vista.
In questo caso però il film è migliore del libro.
Nel film si comprendono chiaramente i tanti ingarbugliati meccanismi legali messi in atto dal collegio di avvocati inglesi della Lipstadt per mettere in risalto la fallacia dei ragionamenti dello storico negazionista. Si comprendono chiaramente le scelte di non far mai testimoniare la Lipstadt e i sopravissuti dei campi di concentramento.
Il libro si perde spesso in tematiche storiche che sviano l’attenzione dal nucleo della questione. Vale la pena leggerlo perchè sulla Shoah le parlore non saranno mai troppe, ma se vi capita e potete scegliere guardate il film.
Infine, per chi come me ricorda la battage mediatica che si scatenò alla fine degli ’90, ricordo che La verità negata è una storia vera.