Nel metrò, oramai, anche nell’orario di punta, persone chiedono la carità, fanno spettacolini, suonano, saltano e ballano.
Gente diversa.
Ad un certo punto, entra una signora cinquantenne e con un tamburello si accompagna e canta con una voce struggente una nenia in una lingua dell’est.
Noi seduti silenziosi, ascoltiamo. E quasi dispiace essere arrivati alla fermata.
Scendiamo insieme alla fermata, io per andare a lavoro e lei per entrare in un’altra carrozza.
La guardo e le sorrido. Chissà perchè penso che potrei trovarmi io al suo posto!
Lei mi ricambia il sorriso e mi augura buona fortuna. Dice proprio così: Buona fortuna.
Mi allontano e penso che ha coraggio, nonostante la vita non sia stata affatto generosa con lei. E tra me e me, auguro anche a lei Buona Fortuna.