Il libro di Lilin è duro ma fa bene leggerlo. È difficile da accettare ma aiuta a comprendere, forse un po’ anche a giustificare, le ragioni di chi è dall’altra parte della guerra, dietro un’arma. È critico senza essere fazioso o polemico.
È la storia di un ragazzino siberiano, che abita nellaprovincia della provincia, e che viene prelevato per svolgere gli obblighi di leva. Nella Russia degli oligarchi, uguale a quella comunista, a quella degli zar, nessuno gli chiede niente. Lui si ritrova con un fucile in mano a sparare a dei nemici che non odia, che nemmeno conosce. Ma non si fa domande, punta solo il fucile e mira. E mira bene perchè il siberiano è bravo. Si concentra e spara. E i nemici cadono. Più nemici cadono, più la sua squadra va avanti. Non si guarda indietro, non rimugina sugli amici morti vicino, ad un soffio, non prova pietà per i nemici, neanche quando scopre che sono uomini, proprio come lui. Anzi proprio per questo non pensa. Bere sì, però. Quello se lo concede. Mai prima di un’azione importante, comunque. La mira deve essere sempre perfetta. Ne va della vita.
E mentre i pensieri del siberiano-cecchino russo nella seconda guerra cecena scorrono veloci, dal libro emerge l’odore del fumo, della carne bruciata, dei fori dei proiettili di precisione, del sangue raggrumato, del rancio mezzo marcio. E la guerra non è più un sottofondo ma è cruda, è reale. Orrenda.
Per poi accorgersi, poche pagine più avanti, che dietro questa guerra, come ogni guerra, c’è la voglia sfrenata di potere di uomini senza scrupoli. E la scoperta arriva alla fine dei due anni di servizio militare, quando era giunto anche un certo equilibrio, quando forse avere un’arma potente in mano era diventata un’abitudine quasi gradita, rassicurante.
Ma con la fine del servizio militare, arriva anche la consapevolezza di dover ritornare nella vita normale e, quindi, dover lasciare indietro quel senso di onnipotenza che deriva dall’imbracciare un kalashnikov.
E soprattutto riuscire a convivere con il demonio che c’è latente in ogni uomo e al quale nessuno uomo dovrebbe affidarsi mai!
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