Bellissimo!
Non c’è molto da aggiungere, va letto e basta!
Questo libro mi ha diviso l’anima in due, una parte di me ha corso nel deserto,ha viaggiato sulla Bestia, ha avuto paura anche quando dormivo nel mio letto.
Mi ha straziato e il finale non mi ha conciliato. Troppa sofferenza, troppo dolore. Queste sensazioni, fino ad oggi, le ho provate leggendo solo libri sulla Shoah.
Sul Messico delle bande di narcotraffico non mi ero mai soffermata troppo ,con questo libro ci sono caduta dentro ed è terrificante. TERRIFICANTE. La mancanza dello Stato è spaventosa, essere in ballo della sorte è una carta che si gioca ogni giorno. E si perde, spesso.
Sulla polemica montata negli USA non mi soffermo perché non l’approvo. Nessuno ha una patente speciale per descrivere uno stato di cose, un dolore straziante,o solo perché è nativo di un posto dove i fatti si sono verificati o perché quel dolore l’ha provato. Scrittori latinoamericani si sono ribellati contro la scrittrice statunitense accusandola di avre banalizzato la realtà messicana infarcendo il libro di luoghi comuni e stereotipi e di non poter davvero parlare di quella realtà perché non è nata in Messico. Io ho letto il libro e vi posso dire che sono accuse inconsistenti. Se poi si vuol fare polemica sul fatto che gli scrittori latinoamericani sono poco considerati dall’editoria, allora mi accodo, ma questo è un altro argomento.
Il LIBRO è potentissimo e nessuna polemica potrà stroncarlo.
Unica nota negativa è per la traduzione del titolo che è incomprensibile rispetto all’originale ( American dirt ) e che non ha niente a che fare con il libro.
Leggetelo,leggetelo, leggetelo.