Essere licenziati è molto più che perdere il lavoro.
Nina, voce narrante del nuovo libro di Caterina Perali, lo scopre subito. Le mail non arrivano più, il cellulare è ammutolito, non ci sono vibrazioni che muovono l’aria, tutto si ferma.
Le sabbie mobili della riduzione costi hanno inghiottito tutta la sua vita perchè la sua vita era il lavoro. Quel lavoro che ha fagocitato vita privata, tempo, passioni, amici, sonno. Tutto. Perchè se vuoi vivere a Milano e vuoi essere al centro del mondo che corre devi essere così, deve dare tutto. Non sei più tu, ma solo così esisti in quel mondo.
Poi un giorno, senza avvisaglie, arriva il benservito e Nina va in frantumi. L’unico appiglio che trova per non liquefarsi del tutto è una strana conta di chiodi che le offre piccole porzioni di materialità entro i quali restare sostanza.
Lo shock la rende muta, è impossibile confessare di essere stati licenziati, un’ammissione che renderebbe reale la fuoriscita dal mondo di chi è dentro.
La sua amica Anna con la quale comunica via social è il collegamento con fuori, con la sua vita di prima. E’ virtuale e reale, è la vita che corre via web dove si è sempre in contatto ma non ci si tocca mai. Poi arrivano altre donne a raccontare altre vite, altre realtà e tutto si condensa.
Poi c’è la svolta, una proposta di lavoro in arrivo via mail. Questo mondo non ha più niente di reale e Nina deve fare la sua scelta… Il resto lo scoprirete leggendolo il libro.
Quello che emerge forte è una nuova delirante forma di conformismo che proibisce alle nuove generazioni di vedere in là o semplicemente di avere un punto di vista diverso, laterale, aperto anche a nuovi sogni.
Senza sogni la vita è solamente un susseguirsi uguale di giorni.Senza sogni qualsiasi problema che la vita ti pone davanti sarà semplicemente insormontabile.
Per chi vuole iniziare, riprendere o continuare a sognare, consiglio la letture di “Le Affacciate”.