Urticante, inesorabile, bruciante come solo certe opere di vera poesia sanno essere. E fanno male.
Il libro “Nel nostro fuoco” di Maura Chiulli è insieme un viaggio nel dolore e un salto nel vuoto. Quando ci si ferma, quando si atterra si può riprovare a vivere, ma arrivare dall’altra parte, in un sè maturo è una lotta senza esclusioni di colpi. E nella lotta per diventare finalmente adulti, il nostro peggior nemico siamo noi stessi.
La scrittrice riesce ad entrare nell’anima, anzi come suggerisce il titolo, nel fuoco dei due protagonisti e ci restituisce un racconto diretto che descrive le paure e le solitudini di Tommaso e di Elena. Il loro amore amplierà il terrore di Tommaso che davanti alla disabilità e al silenzio di Nina, la loro bambina, fuggirà.
La trama del libro è qui: Hacca Edizioni ma credo questo libro vada letto, oltre che per la storia che racconta, sopratutto perché la voce della scrittrice è un urlo che merita attenzione. In un panorama letterario, spesso votato al buono, in certi casi all’annacquato, questo libro è prezioso, diretto, persino brutale. Eppure è vero. Essenziale. Abbiamo bisogno di scrittrici che sappiano scavare così nell’animo umano, che abbiano il coraggio di nominare emozioni cattive che ci portino all’estremo per poi afferrarci e riportarci indietro.
Sono ipnotizzata dalla lettura proprio come capita davanti ad uno spettacolo di fuoco. Impaurita e attratta, allo stesso tempo.
Maura Chiulli è una scrittrice di estremi, può non piacere certo, ma è necessario leggerla. E’ importante che abbia voce e forza, per noi lettori sopratutto.