Libro: Quaderno proibito di Alba de Cespedes

ALLA RISCOPERTA DELLE AUTRICI DEL NOVECENTO: Alba de Cespedes

1952

Riscrivo, 1952. Anno di stampa di Quaderno proibito di Alba de Cespedes. Questo libro ha 68 anni. Pensavo di addentrarmi in una prosa antica, orpellata, in un libro che affrontava argomenti ormai vecchi, vecchissimi e invece …

Quaderno proibito, con i dovuti accorgimenti al fatto che non c’era la televisione, nè ovviamente internet e compagnia cantando, è un libro di un’attualità sconvolgente.

I sensi di colpa di Valeria, divisa tra famiglia e lavoro; la noia di un matrimonio che trova nell’ignorarsi dei coniugi l’unico motivo per andare avanti; la scelta semirivoluzionaria di una figlia nei confronti della madre; un figlio mashio adorato e incline al mammismo, se non proprio all’immaturità perenne; un tradimento mai consumato e sempre pensato che alla fine non è altro che una trappola come tante altre nella vita di Valeria. Una donna che cerca sè stessa, ma è così pressata dai pesi che si porta addosso ( imposti dalla società o da lei stessa scegliete voi) che alla fine si abbandona all’amarezza, unico sentimento che si concede di provare apertamente.

Attualissimo, ahimè lo scrivo a malincuore, perchè tutti i nodi della vita di Valeria sono ancor oggi i nodi che ogni donna deve affrontare. Ancora. Dopo 70 anni circa forse noi donne meritavamo qualcosa in più, ma spesso, e anche questo lo scrivo a malincuore, siamo ancora le più acerrime nemiche di noi stesse. Come se amarsi e desiderare qualcosa che non sia solo ed esclusivamente il ruolo che la società ci impone fosse un errore. Fosse un peccato.

Leggete Alba de Cespedes perchè è di una modernità sconcertante e perchè con una prosa semplice e diretta descrive i pregiudizi e le complicazioni che la vita  impone alle donne e che , spesso, nemmeno percepiamo per quanto siamo abituate a viverle come se fossero normalità.

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Intrecci di vita – Storia di Jorida Dervishi – Marzo 2020

Jorida è una donna straordinaria e piena di energia. La sua storia conquista. E’ arrivata a Milano dall’Albania e ha dovuto imparare molte cose, oltre alla lingua. Così ha capito che poteva aiutare altri stranieri. Sopratutto le donne, perchè sono proprio le donne che trainano l’integrazione.

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